NOTA N. 7 – Agrinsieme Marche

Patto per il biologico nelle Marche” sottoscritto da tutte le Organizzazioni agricole e le cooperative

_________________________________________________________

NOTA N. 7

________________________________________________________

I BENEFICI DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

✅  È uno degli strumenti chiave per incentivare l’economia locale, perché permette di migliorare la qualità del territorio e promuovere un sistema economico sostenibile con impatto ambientale zero.

✅  Si dimostra un alleato essenziale nella transizione verso un processo alimentare più equilibrato e garante della biodiversità.

✅  Attraverso la transizione ecologica della nostra organizzazione agricola, permette di attivare un modello socio-economico del tutto nuovo.

 

Il BIOLOGICO: UNA REALTÀ IN ESPANSIONE

“Bio in cifre” 2020, l’annuale rapporto di ISMEA-SINAB, conferma il trend in continua crescita di superfici e operatori del biologico in Italia, che si attesta così tra i primi paesi europei dopo Spagna e Francia.

Infatti dal 2020 il numero degli operatori è cresciuto del 69%, mentre gli ettari di superficie biologica coltivata sono aumentati del 79%, sfiorando i 2 milioni, con un incremento quasi del 2% di SAU (Superficie Agricola Utile) rispetto al 2018.

Oltre ai 35mila ettari in più in soli 12 mesi, anche gli operatori coinvolti sono aumentati del 2% rispetto all’anno precedente, superando per la prima volta quota 80.000 (precisamente 80.643 unità).

Nel 2019 l’incidenza della superficie biologica nel nostro Paese ha raggiunto il 15,8% della SAU nazionale: un dato che ha permesso all’Italia di posizionarsi di gran lunga sopra sia alla media europea, che nel 2018 si attestava al 7,5%, sia a quella dei principali produttori, come Spagna (10,1%), Germania (9,07%) e Francia (8,06%).

 

MARCHE: LA CULLA DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA ITALIANA

La nostra regione vanta imprese in continua crescita e una solida filiera legata all’attività di trasformazione e vendita, dove in alcuni ambiti è leader in Italia. Questo successo ha radici abbastanza profonde. Infatti, storicamente, il nostro territorio è sempre stato adatto al biologico: già negli anni ‘70, anticipando di molto il primo regolamento comunitario, alcuni agricoltori, mossi da forti motivazioni politico-culturali, iniziarono a praticare l’agroecologia, diventando dei veri e propri pionieri del settore.

Per questo le Marche sono considerate la culla dell’agricoltura biologica italiana

Oggi, con i nostri 4.000 agricoltori, siamo tra le regioni con la crescita più alta nel numero di operatori: il 32% in più rispetto all’anno precedente.

Questo ambito economico è stato sostenuto anche con il PSR 2014/2020 attraverso due tipologie di misure:

  • quelle a superficie, come i bandi per la conversione al bio e per il mantenimento del metodo biologico, promossi dal  2016 al 2020 per incentivare lo sviluppo di un’agricoltura attenta alla salvaguardia dell’ambiente e alla tutela della biodiversità;
  • quelle strutturali, volte a sostenere tutta la filiera, dal produttore al trasformatore.

In questi ultimi anni, la sinergia che si è creata tra gli aiuti erogati alle imprese (attraverso il PSR 2014/2020) e il successo del mercato per i prodotti biologici è stata, ed è tuttora, la migliore spinta per il settore produttivo regionale.

Registriamo numeri positivi sia per quanto riguarda i dati strutturali legati alla produzione, sia per quelli economici legati al mercato. Tanto che la SAU marchigiana, gestita con metodo biologico, ha raggiungo i 104.567, superando del 20% la SAU media nazionale. Il numero dei nostri operatori si avvicina a quota 4.000, così articolati: 3.126 produttori, 283 preparatori, 10 importatori e 499 preparatori e importatori.

Un successo raggiunto anche grazie agli accordi agroambientali d’area finanziati con il PSR 2014/2020.

 

COME SOSTENIAMO GLI IMPRENDITORI?

La nostra regione sostiene l’imprenditore che vuole entrare a far parte del settore biologico, affiancandolo in tutte le seguenti fasi:

  1. La scelta dello strumento di qualificazione più consono alla propria realtà socio-economica
  2. Gli investimenti per ammodernare la propria azienda
  3. Il percorso verso la certificazione
  4. La promozione del prodotto
  5. L’avvio e il mantenimento del metodo di produzione

Per compensare le perdite di reddito e i maggiori costi che gli imprenditori agricoli biologici dovranno sostenere, si promuovono anche le aggregazioni in accordi agroambientali e la filiera.

 

GLI OBIETTIVI… PER CRESCERE ANCORA DI PIÙ

La produzione biologica può rappresentare un’opportunità economica straordinaria per le nostre aree interne. Per questo è necessario individuare alcuni obiettivi strategici comuni da perseguire tra i diversi soggetti e con i cittadini:

  1. Incrementare la superficie agricola utile (SAU) coltivata a biologico, passando dall’attuale 20% al 100% nelle aree Natura 2000 nei prossimi 10 anni, per consolidare la tradizione del biologico nelle Marche e affermarsi come prima regione bio in Italia
  2. Potenziare la ricerca, la sperimentazione e la formazione nel settore del biologico per migliorare la qualità e la produttività delle coltivazioni
  3. Fermare il consumo di suolo, in particolare agricolo
  4. Tutelare e valorizzare la nostra biodiversità in alternativa agli OGM
  5. Favorire e consolidare le filiere del biologico di prodotto e di territorio
  6. Estendere la certificazione del biologico fino alla tavola dei consumatori
  7. Promuovere il consumo dei prodotti biologici nelle mense e nei circuiti commerciali
  8. Rendere il sistema alimentare più sostenibile anche a tutela della salute dei cittadini
  9. Diffondere il metodo di produzione biologica nel settore zootecnico
  10. Promuovere le Marche come regione biologica con una elevata qualità della vita, al fine di accrescere la sua attrattività turistica

 

UN NUOVO STRUMENTO: IL DISTRETTO BIOLOGICO REGIONALE

Per raggiungere gli obiettivi elencati è fondamentale ripensare l’organizzazione della nostra regione in modo che tutti gli attori della filiera biologica – dal campo alla tavola – siano messi in condizione di esprimere al meglio il proprio potenziale.

Per questo accanto a loro dovranno esserci anche gli operatori turistici, le amministrazioni locali, le associazioni e tutti i privati che abbiano in comune la stessa visione: rendere le Marche la regione leader del biologico in Europa.

Per questo abbiamo pensato di creare uno strumento nuovo, che includa tutti i cittadini desiderosi di partecipare al progetto: il Distretto Biologico Regionale.

Partendo da esperienze virtuose già consolidate, come le filiere biologiche e gli accordi agroambientali d’area, e valorizzando iniziative più recenti, come i biodistretti e i distretti biologici locali appena costituiti o in via di costituzione, puntiamo a costruire insieme il futuro di una regione sempre più biologica.

Posted in: