Terremoto: prosegue il progetto tra allevatori ovini e canini per rispondere anche al problema dei lupi

Nelle Marche non si fermano i progetti innovativi in agricoltura. La presidente della Cia regionale Mirella Gattari: “Vogliamo scongiurare il pericolo dell’abbandono di questo territorio, lavoriamo affinché le cose siano come e meglio di prima. Proseguiamo l’impegno sulla tutela delle biodiversità animali e vegetali, anche per gestire al meglio problematiche come quelle degli attacchi degli animali selvatici agli allevamenti”.

Va avanti, nonostante gli ovvi disagi provocati dai terremoti, la partnership tra l’azienda agricolo-cinotecnica “Il pastore transumante” di Dario Capogrosso (premiato con il riconoscimento Bandiera Verde 2016) e allevamento ovino di razza “sopravissana dei sibillini” di Silvia Bonomi. Un progetto sostenuto dalla CIA-Agricoltori Italiani delle Marche.

La collaborazione tra le due aziende, che condividono la passione e la tecnica di allevamento di razze italiane sia ovine che canine, sta generando uno scambio di prezioso “patrimonio genetico”. Infatti, Silvia Bonomi, a protezione dal lupo, possiede una efficace squadra di cani che riproducendosi preservano i geni della funzionalità, della tipicità e dell’attaccamento al gregge. Elementi essenziale per la conservazione e valorizzazione dell’efficace e antico modello che vede nel cane pastore il punto di equilibrio tra l’ambiente selvatico e quello rurale. Nel progetto, Capogrosso provvederà all’iscrizione ai libri genealogici ENCI di questi cuccioli rustici nati nell’azienda ovicaprina, alla loro mappatura delle principali tare ereditarie e, se rispettosi di tutti i parametri previsti, all’inserimento di questi soggetti nel proprio piano di selezione.

L’allevatore canino dal canto suo, fornirà anche alla collega dei cani del proprio allevamento per esaltarne le qualità tecniche, l’imprinting dei cuccioli ecc.

Inoltre nel piano di sviluppo della sua azienda agricola ci sarà spazio per l’introduzione di un gregge di pecore sopravvisane che insieme ad altre razze italiane di pecore e capre animeranno un giardino della biodiversità pastorale sogno di Dario Capogrosso.

Silvia Bonomi ha acquisito così “un cliente d’eccezione” che l’aiuterà nel recupero della pecora sopravissana e nell’ampliamento della propria offerta.

Mirella Gattari, presidente della Cia Marche, ha voluto presenziare personalmente all’incontro tra i due allevatori in questa fase, anche perché non si rassegna, a vedere paesi abbandonati, vuoti e distrutti, e vuole dare un segnale di normalità e ripresa delle attività, anche quelle di sperimentazione.

“La Cia -ha sostenuto la Gattari- è sempre vicino alle aziende che vogliono rialzarsi e che non vogliono mollare. Perché lavoriamo ogni giorno affinché tutte le cose tornino come e meglio di prima. Un obiettivo che qualifica l’attività della Confederazione a tutti i livelli e che non vuole far sentire nessuno abbandonato. Come Cia ci impegnammo, già dal maggio 2015, per inserire Silvia Bonomi e le sue pecore sopravissane nell’Albo dell’Assam degli ‘agricoltori custodi’, riuscendoci. Con la dedica del premio Bandiera Verde 2016, che Dario Capogrosso ha voluto fare a Silvia Bonomi, abbiamo apprezzato molto la loro voglia di crescere insieme e sosteniamo la loro partnership che siamo certi porterà buoni frutti anche per il superamento del problema del lupo per le greggi”.

aa

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